Echinocactus crestato

Echinocactus grusoni crestatus

  • Famiglia: Cactaceae
  • Fogliame: Sempreverde
  • Categoria: Piante grasse
  • Consigliata per: Balcone e terrazzo
  • Temperatura min.: 5 | 10 °C
  • Altezza: 0,1 — 0,5 metri
  • Terriccio:  
  • Larghezza: 0,5 — 1 metri
  • Esposizione: Soleggiata
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Il “cuscino della suocera” può dare origine a forme crestate, che determinano la formazione di solchi irregolari e sinusoidali sulla superficie, normalmente globosa e regolare, del fusto, che appare così “avvolto” su se stesso in diverse spire. La crestatura è un fenomeno naturale, che avviene attraverso mutazioni spontanee non determinabili o riproducibili artificialmente. Per moltiplicare questi esemplari si ricorre alla talea, che consente rapidamente di ottenere nuove piante.

Consigli di coltivazione

Nel Sud Italia e lungo le coste tirreniche può essere coltivato in piena terra in giardino, ma solo se il drenaggio è veramente perfetto: è una varietà più delicata rispetto al grusone normale. In inverno, nelle zone più fredde bisogna ricoverarlo in una stanza fresca, in veranda o sul pianerottolo, in una cantina o soffitta luminosa. Il grusone crestato si trova bene in pieno sole in primavera e autunno, ma in estate va sistemato a mezz’ombra. Si annaffia solo quando il substrato è completamente asciutto e concimato con un prodotto apposito da marzo a settembre. Una volta al mese con un pennello da pittore si spazzola delicatamente, per togliere la polvere accumulata tra i solchi.

Da non dimenticare

Il terriccio ideale è quello per piante grasse, con una parte di terra da giardino, una di sabbia e una di lapillo.

Echinocactus crestato: come e quando irrigare

In vaso, le annaffiature devono essere regolari e generose durante la bella stagione. È necessario avere molta cura che non si creino ristagni idrici, perché teme molto il marciume radicale. Inoltre, se gli esemplari sono esposti al sole occorre fare attenzione a non bagnare il fusto, che si danneggia facilmente perché l'acqua crea un "effetto lente" che lascia evidenti bruciature. In natura le piante tollerano lunghi periodi di aridità, ma per conservare la bellezza e la salute delle piante in vaso è bene evitare la siccità prolungata, mentre in inverno il substrato deve restare sempre quasi asciutto.

In interni, per singoli vasi si può impiegare il pratico irrigatore automatico Claber Idris, collegato a una comune bottiglia in plastica.

In alternativa si può scegliere Claber Oasis, kit per interni, completamente autonomo e idoneo fino a 20 vasi di piccola o media dimensione.

Se la pianta è in un terrazzo con altre piante, si rivela utile un sistema di microirrigazione, per esempio il kit Claber Aqua-Magic Sytem collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto; il kit è azionato da un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole.

In interni, per singoli vasi

In interni, fino a 20 vasi

In terrazzo con altre piante

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